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SENSI UNICI, una mostra didattica sull’editoria per lettori con handicap visivi.

1 settembre 2017

“Il tatto è l’unico senso della reciprocità” Eugène Minkowski

   Tocca a te! Quarto concorso nazionale di editoria tattile illustrata, il prossimo 16 giugno ad Assisi premierà i migliori libri della selezione italiana, che potranno accedere successivamente alla XIII edizione di Typhlo & Tactus. Il noto Concorso Internazionale il 27 ottobre 2017 incoronerà vincitore l’artista che inventerà un libro adatto a ipovedenti, non vedenti e vedenti, coniugando emozioni, poesia e contenuti. Antonella Veracchi, del Laboratorio d’Arte e della Sezione Didattica del Palazzo delle Esposizioni di Roma, durante la visita guidata alla mostra Sensi unici ha chiarito che si può parlare di libri d’artista per queste creazioni e i bambini lettori, in base alle loro abilità, possono leggere lo stesso libro tattile anche se non sono ipovedenti o non vedenti. Alcuni degli albi hanno anche uno scopo educativo, e la responsabile afferma che sono: “Libri e opere fatti a mano per offrire strumenti di mediazione e inclusione, annullare le barriere fisiche, linguistiche o culturali e facilitare l’incontro tra persone di origini e abilità diverse.”
Antonella Veracchi non è solo esperta d’arte e di didattica museale per bambini, si è cimentata negli ultimi anni anche nell’ideazione e realizzazione di libri tattili, in cui unisce delicatezza di temi e sensibilità di espressione artistica. L’albo Ombra, realizzato assieme a Michela Tonelli, ha ricevuto nel 2016 una menzione speciale come miglior libro didattico: l’ombra appartiene a ognuno, non la può vedere né toccare nessuno, quindi diventa un tema che accomuna tutti i lettori, a prescindere dalle loro diverse abilità.
L’esposizione Sensi Unici
Una sezione della mostra rappresenta una doverosa premessa che accoglie i visitatori con cenni sugli autori del passato, artefici di oggetti-libro in cui arte e tatto si coniugavano: Munari, Komagata, Curtil. Bruno Munari si dedica a laboratori tattili e pubblica nel 1979 i Pre-libri con cui ogni lettore affronta il piacere della scoperta del materiale, delle figure senza parole, del valore dell’immaginazione. Nel 1980 si apprezza con piacere l’esperimento di Pia Vivarelli, Le mani guardano, il cui catalogo diventa una pietra miliare per coloro che scoprono il mondo dell’editoria tattile d’avanguardia. Nel 2000 Katsumi Komagata impiega la tradizione giapponese dell’origami per creare libri spettacolari con tagli, intagli, pieghe. Il lettore deve sentire con le mani, scoprire sorprese e giochi di carta. Sophie Curtil con Ali ou Léo? sviluppa nuove forme e soluzioni cartacee con lo spessore dei fogli, si tratta di un’abilità spesa nel gaufrage per stupire e coinvolgere non solo gli sguardi ma anche il tatto. Questi sono stati in sintesi i percorsi originali di educazione artistica che hanno spalancato nuovi orizzonti conoscitivi sia ai giovanissimi sia agli adulti, attuando la familiarizzazione con il linguaggio plastico grazie alle composizioni di impronte a rilievo, di buchi e strappi, di spessori e vuoti, con cui si indicano le superfici e le costruzioni spaziali. Queste partiture a più voci permettono ad ognuno di interpretare una parte, di sentirsi elemento di un universo di accettazione e armonia. Non si coglie in questo manufatto solo l’aspetto educativo ma anche quello ricreativo.
Torniamo all’esposizione romana che è concepita in 3 sezioni dedicate agli elementi base per costruire un libro: la carta, il filo e la stoffa. Su ogni parete si narra l’evoluzione dell’editoria tattile con: una selezione di diverse carte per grammatura e formati; diverse  matasse di fili e cotoni da toccare e riconoscere ma anche un catalogo di stoffe da maneggiare per sentirne qualità, spessore e rumore. Questi pannelli materici e operativi coinvolgono tutto il pubblico, adulto e giovane, fino a far loro provare momenti di interazione ed esperienze sensoriali. Per esempio, nella sezione sul filo, un pannello di velluto e filati di cotone servono a costruire la propria personale costellazione. Le costellazioni narrano di luoghi lontani e persone, indicano la strada al viaggiatore, ricordano miti e leggende. Con questo pannello appositamente ideato, ogni visitatore potrà disporre un filo lungo alcune immaginarie linee per tracciare una propria costellazione, a cui dare un nome, per simbolizzare il proprio desiderio di infinito.
Claudia Camicia

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