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REVISTABABAR.COM

4 settembre 2017

La rivista Babar nasce nel 1989 come esperimento per animare la lettura nel Collegio Federico Garcia Lorca su iniziativa di A. Ventura e dei suoi alunni. Col passare del tempo acquisisce una finalità più ampia, rivolta agli educatori, così che da attività extrascolastica si tramuta in pubblicazione specializzata in cui si affrontano numerosi temi inerenti alla lettura, al libro, alla letteratura giovanile.
Dal 2000 si è convertita definitivamente in portale online sempre aggiornato, puntuale, ricco di rubriche sul pianeta libro, suggerimenti di lettura, premi, interviste e molto altro ancora. Apprezzato a livello internazionale per l’accurata panoramica che propone, lo segnaliamo come lettura professionalizzante per coloro che si vogliano documentare sulla letteratura giovanile in area spagnola.
Nell’aggiornamento di giugno 2017 merita una riflessione la lunga recensione a firma di Santiago Gallego su un libro dell’autrice svedese Maria Gripe in cui – ribadendo le qualità stilistiche e creative dell’autrice – precisa alcuni aspetti che lo rendono tuttora particolarmente adatto alla lettura per ragazzi da 9 a 11 anni. Elvis Karlsson (pubblicato nel 1979) ha per protagonista un bambino di 6 anni: egli avverte la solitudine perchè i suoi genitori sono molto indaffarati per motivi professionali, coraggioso e leale, educato e avveduto, espone le sue idee filosofiche ed esistenziali in modo esplicito nei dialoghi oppure indirettamente nelle sue riflessioni a fronte di alcuni eventi.
Insomma Elvis rappresenta un bambino modello che si sente però inadeguato alle aspettative dei genitori, egli con coerenza mantiene una condotta esistenziale retta pur dovendo superare alcune difficoltà della crescita; la Gripe pone così i lettori di fronte ai conflitti che il bambino vive, come avviene ad ognuno nella vita reale. Nel primo capitolo per esempio introduce il tema del peccato e della sua conseguenza, l’ipotesi dell’esistenza di un Dio creatore (sia di Elvis sia del resto del mondo) porgendo dei quesiti complessi su cui riflettere; coniuga realismo e ricerca della propria identità dimostrando come questo bambino sia incline alla meditazione, a porsi domande, ad ascoltare, a trovare risposte per il comportamento degli adulti.
Gallego prosegue nell’analisi individuando due tecniche narrative particolari: la prima riguarda la strutturazione della narrazione attorno ad alcuni piccoli fatti arricchiti da riflessioni personali e comparazioni, la seconda si identifica nella “ellissi” ossia quei salti in avanti o i flashback, oppure con i vuoti narrativi. Tutto è gestito con sicurezza lasciando al lettore l’impressione di un racconto scorrevole, nonostante queste trovate lo rendano meno adatto a coloro che non hanno forti competenze di lettura.
I continui salti temporali potrebbero infatti indurre il giovane ad abbandonare la lettura, invece l’autrice ha concepito due piani paralleli così che tutto ciò che si snoda sulla linea temporale della storia è elemento principale, mentre quello che si colloca nei salti temporali è secondario. La sua funzione consiste nel caratterizzare i personaggi principali, anticipando evoluzioni che avverranno nei successivi capitoli.
Alcuni adulti preferiscono leggere libri ascrivibili alla LG perchè ritenuta più facile, con questa recensione Gallego intende evidenziare come stile, narrazione, personaggi, filosofia (in alcune storie per bambini) siano invece elementi complessi, forse al pari se non maggiore di quelli destinati ad un pubblico adulto. Importante è sapere raccontare storie anche se non si può prevedere quale lettore le saprà apprezzare e conclude la sua indagine con questa affermazione “Lo scrittore di letteratura per l’nfanzia e giovanile ha un profilo speciale: pur essendo un adulto, possiede la capacità di rivolgersi a bambini e ragazzi, il che equivale a conservare il modo in cui questi vedevano o vedono il mondo“.
Claudia Camicia

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