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INTERVISTA A DONELLA GIULIANI

28 gennaio 2019

Donella Giuliani, insegnante e autrice di libri per bambini, ci regalerà ancora momenti di lettura formativi e ricreativi nel 2019 ma vogliamo conoscere meglio la sua precedente produzione.
1) Quanto ha inciso la sua carriera di insegnante sulla decisione di scrivere per bambini?
La professione di insegnante ha inciso molto sulla decisione di scrivere. Raccontare attraverso le parole era un mio desiderio sin dai tempi delle scuole superiori. Il contatto con i bambini e con i ragazzi però mi ha spinto con sempre più forza a raccontare la loro vita, le loro paure, i loro desideri, gioie e tristezze. Guardarli rapiti dal suono delle parole, dalle immagini, felici di scoprire altre realtà, sentirli ridere e chiedere di leggere ancora per loro ha reso sempre più incalzante il mio bisogno di scrivere. Nelle fiabe, negli albi passano parole ma anche emozioni, ogni bambino trova ciò di cui ha bisogno, soluzioni, risposte alle proprie difficoltà, alle paure, alle mancanze.
Il mio intento è stato quello di creare storie in cui il bambino potesse ritrovarsi, sentendosi speciale, unico, creare mondi migliori, non impossibili ma più giusti. Perché come dice Gilbert Keith Chersterton “Le favole non dicono ai bambini che i draghi esistono perché i bambini lo sanno già. Le favole dicono ai bambini che i draghi si possono sconfiggere”.
2) Il primo testo si intitola “Motivi di lavoro” (Lineadaria 1980) e si rivolge a lettori di cinque anni. Come mai questo titolo poco accattivante?            Personalmente avevo scelto un altro titolo, poi l’editore mi ha convinto a optare per “Motivi di lavoro”. Devo ammettere che funziona. In questi anni attraverso laboratori tenuti in varie scuole dell’infanzia e della primaria ho potuto notare che i bambini lo ricordano con facilità, forse anche perché sono parole che sentono spesso da genitori sempre più impegnati per lavoro. L’albo è diviso in sette giorni, ogni giorno una mamma troppo impegnata ad usare il telefonino combina disastri e ogni giorno si scusa nascondendosi dietro alla frase “motivi di lavoro”. Anche i bambini la ripetono ogni volta dimostrando come gli adulti non siano perfetti e sentendosi a loro più vicini.
3)Da quella data il percorso è stato lungo ma motivato, quali difficoltà ha dovuto superare e quali consigli sono risultati più opportuni?
Sono dell’avviso che a scrivere si impari, basta che ci sia la passione per le storie, per la vita. La mia fortuna è stata quella di avere accanto persone che hanno condiviso con me la volontà di far conoscere l’editoria per l’infanzia e adolescenza, con i quali confrontarmi a volte anche scontrarmi. Grazie alla mia associazione “Libris in fabula” sono venuta in contatto con scrittori, illustratori di grande spessore come Roberto Innocenti, Arianna Papini, Sonia Possentini, David Conati, Alfredo Stoppa, Fabrizio Silei, dai quali ho potuto imparare molto. Le difficoltà sono quelle dettate dal tempo che sembra sempre poco rispetto ai tanti progetti che vorrei portare a termine e al desiderio di ricerca.
4)Prima di iniziare a comporre fiabe, versi, racconti, quali sono stati i suoi scrittori di riferimento?
L’elenco potrebbe essere infinito. Quelli per me fondamentali sono stati: H. Frances Burnett, Antoine De Saint-Exupéry, Roald Dahl, Charles Dickens, Bianca Pitzorno, Gianni Rodari, Angela Nanetti, Jean Giono, e il mondo dell’albo illustrato da Beatrix Potter a Iela ed Enzo Mari, Emily Hughes, Cristina Petit, Catherin Zapin, Oliver Jeffers. Potrei riempire intere pagine con nomi di artisti che hanno reso questo mio cammino davvero meraviglioso.
5) Nel 2011 ha pubblicato una raccolta di racconti il cui fil rouge è l’amore. “La valigia delle sorprese” (Arkhè 2011) condensa alcuni principi fondamentali per l’educazione del bambino.Con quale spirito l’ha scritto?
“La valigia delle sorprese” è stata la prima pubblicazione. Avevo scritto delle brevi storie dopo il terremoto del 2009 ma erano rimaste dentro il cassetto. Pubblicarle fu come tornare a vivere. Da quel momento è nato il desiderio di creare un’associazione per far conoscere la letteratura per l’infanzia e il mondo dell’albo illustrato. “La valigia delle sorprese è un insieme di racconti in cui parlo di coraggio, amicizia, accoglienza, diversità e amore. Ho cercato di costruire le mie storie partendo dalle domande dei bambini. Il mio intento era quello di far riflettere sulla solitudine degli anziani, degli ultimi come nel racconto in cui il protagonista è un barbone.
6)”Lillo il diavolino” (Secop, 2012) racconta le sue esperienze per conoscere il mondo e crescere più sicuro. Questa storia per bambini da 5 anni, si compone di prosa e poesia. Una sfida creativa…
Ho voluto creare un personaggio in cui i bambini potessero ritrovarsi. Lillo è un diavoletto diverso dagli altri, fin dal nome (i suoi fratelli si chiamano Lucifero, Tizzone, Bracetta, Satanino ecc…) non ama il fuoco, né il caldo, né stare al buio, è la disperazione della sua famiglia. Il padre si vergogna di lui e il suo unico amico è il draghetto Felice polpetto. Al centro della storia c’è il rapporto genitore/figlio, l’amore per gli altri e la voglia di scoprire il mondo tipica dei bambini. Lillo guarda la realtà con ironia, con un atteggiamento ludico, è capace di ridere di se stesso per affrontare le sfide della vita senza troppa paura.
7) La sua esperienza di scrittura si è affinata ed evoluta e le ha permesso di affrontare un tema delicato, quello di una creatura in grembo e del suo arrivo in famiglia. “Qui nel mio piccolo mondo” (Arka 2017) assomma atmosfere poetiche a pensieri ottimisti. Come lo ha concepito?
Ogni albo nasce dalla vita, dalla realtà, dalle esperienze personali. Ho scritto “Qui nel mio piccolo mondo” quando aspettavo mio figlio Roberto. Mi sono messa in ascolto di quell’esserino che cresceva dentro di me e mi sono messa anche nei suoi panni, che cosa “sentiva”, “pensava” e “provava”. L’attesa è un momento magico, speciale, momento in cui le emozioni si amplificano, in cui diamo un nome a ciò che accade, a ciò che sembra incomprensibile.
Il legame che si crea tra madre e figlio prima della nascita è fondamentale per la vita futura di entrambi. Nel ventre il bambino si muove, percepisce tristezza, felicità, pensieri, suoni, ed è questo il primo dolce contatto tra mamma e figlio.
È importante imparare ad accompagnare i propri figli già prima della nascita. Ho proposto all’illustratrice Chiara Gobbo di leggere il testo. Le è piaciuto e una volta terminato il progetto lo abbiamo proposto all’editore Arka che nel giro di poco tempo lo ha pubblicato.
8)L’ultima creazione si chiama “Diversi ma uguali” (L’orto della cultura, 2018) in cui affronta il tema della diversità e della ricchezza dello scambio reciproco (vedi recensione su Pagine Giovani n. 2-2018). Come ha lavorato d’intesa con l’illustratore iraniano Hassan Amekan?
Non è stato semplice dare vita a “Diversi ma uguali”. Ho sempre prima scritto il testo che poi è stato illustrato in un secondo momento. Qui è stato esattamente il contrario. L’illustratore Hassan Amekan mi ha mostrato le immagini chiedendomi di scrivere un testo. Era la prima volta. Inoltre lui parla il fasi, poco inglese, eravamo molto lontani. Ma è stata una sfida bellissima e vedere uscire il suo primo albo in Italia con il mio testo è stato un bel regalo. Ha pubblicato in tutto il mondo ed ora anche in Italia.
“Diversi ma uguali” è il mio albo. Lo definisco il “mio” perché è quello che sento più vicino alle mie idee, al mio modo di vedere la vita. I protagonisti sono un uccello, un gatto e un topo. Un uccello che vorrebbe arrampicarsi come un gatto e un gatto che vorrebbe volare come un uccello. Soggetti diversi per colori, forme e desideri. Il diverso fa paura perché non lo conosciamo, ma dalla diversità si può imparare, è un dono prezioso e necessario soprattutto ai giorni d’oggi. Nello stesso tempo chi di noi non ha mai desiderato assomigliare a qualcuno, che magari è proprio il nostro opposto nella realtà. È un invito a mettersi nei panni dell’altro e a non smettere mai di credere nei propri sogni. Billo il topo invece è contento di essere così come è, però vuole aiutare gli altri due protagonisti che hanno paura l’uno dell’altro. L’uccello ha paura di essere mangiato dal gatto e quest’ultimo di incutere paura. Billo li farà incontrare, è un mediatore. Oggi avremo bisogno di molti mediatori. L’albo termina con il messaggio: non dobbiamo mai smettere di credere ai nostri sogni. Ed anche se non sempre si potranno realizzare, abbiamo provato e questo ci rende speciali e unici. Voleva anche essere un messaggio di pace. Si può essere protagonisti nel nostro piccolo mondo ma anche di tutto il mondo e pur così diversi ci si scopre magicamente e fortemente uguali.
9)Il suo interesse per la letteratura giovanile si sostanzia nella scrittura e lettura di albi illustrati per bambini di scuola primaria. Grazie alle solide competenze sviluppate in questo settore ha pubblicato il saggio “A piccoli passi nell’albo illustrato” (Rea 2016) in cui offre consigli e indicazioni generali per riconoscere un buon albo. Questo studio si avvale di tanti anni di ricerca..
“A piccoli passi nell’albo illustrato” nasce dopo le varie esperienze nelle scuole, grazie ai laboratori di lettura animata e dopo aver tenuto corsi di formazione per docenti della scuola dell’infanzia e della scuola primaria.
Ho voluto raccogliere tutto ciò che avevo imparato negli anni dall’esperienza sul campo e da varie ricerche, incoraggiata soprattutto dai miei amici e maestri: il professor Giuseppe Cristofaro e il professor Livio Sossi che mi hanno spinto a far conoscere questo meraviglioso mondo che è l’illustrazione e l’albo illustrato.
Il libro è stato adottato come testo di studio presso la facoltà di Scienze della formazione di L’Aquila dal Professor Giuseppe Cristofaro docente di letteratura per l’infanzia.
10) Cosa ci aspetta nel 2019?
I progetti sono molti, due racconti uno per una fascia giovani/adulti ed uno 6/10 anni. Una sfida per me che ho sempre preferito gli albi ai racconti.
Soprattutto spero di poter studiare, fare ricerca nella letteratura per l’infanzia e per i ragazzi ma non solo letteratura italiana.

Nel ringraziarla, auguriamo a Donella Giuliani di poter dare forma ai suoi sogni.
Intervista di C. Camicia

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