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ANGELO NOBILE (a cura di), Questioni di letteratura giovanile, Anicia, Roma 2019. Recensione di H.A. Cavallera

24 ottobre 2019

ANGELO NOBILE (a cura di), Questioni di letteratura giovanile, Anicia, Roma 2019, pp. 184.
Recensione di H.A. Cavallera.
Il volume raccoglie organicamente contributi di diversi autori tratti dalla rivista«Pagine Giovani», espressione del Gruppo di Servizio per la Letteratura Giovanile (GSLG) che opera dal 1977.
Il testo è presentato da Claudia Camicia, presidente del GSLG, e ha l’introduzione di Angelo Nobile, direttore scientifico della rivista. Comprende 6 sezioni:
Epistemologia della letteratura giovanile (contributi di C. Nanni e D. Giancane) che intende delineare i caratteri della disciplina;
Lettura, processi formativi e svantaggio socio-culturale (contributo di C. Rodia) che è anche una corretta apologia del libro e della lettura tra i giovani;
La scrittura per ragazzi e le logiche editoriali (contributi di D. Volpi e A. Nobile) che illustra il problema dell’editoria “giovanile” e la natura degli utenti;
Generi narrativi. Il giallo, la fantascienza e il fantasy (contributi di C. Marini, A. Scacco, E. Paruolo) ove sono trattati il giallo/poliziesco, la fantascienza umanistica e la narrativa fantasyinglese;
Il mondo dell’avventura: Salgari e London (contributi di D. Volpi, I. Spada, C. Brambati, C. Camicia) ove sono analizzati da diverse prospettive i due celebri scrittori;
Altri linguaggi narrativi: il fumetto (contributo di E. Detti) in cui è dedicato giustamente particolare spazio al «Corriere dei Piccoli».
La Conclusione è di Angelo Nobile. Pur non potendo trattare tutto, il volume è, come si è detto, concepito organicamente in quanto discute i principi generali, si sofferma su questioni pratiche, illustra alcuni generi e autori significativi sì che il lettore abbia, per così dire, di fronte a sé lo stato dell’arte. Certo, come disciplina universitaria i problemi, sul versante dello statuto epistemologico, non mancano e Carlo Nanni li affronta con la consueta chiarezza e ha ragione nel sostenere che «la letteratura giovanile spinge le scienze dell’educazione ad aprirsi oltre i logo confini tradizionali e accademici, a ricercare strategie qualitative, ad integrare argomentazioni logico-razionali con altri modi di conoscere e di codificazione culturale» (p. 28), come ha ragione Giancane nel rammentare il rapporto della letteratura per l’infanzia con la psicologia, la filosofia, le tradizioni popolari, la didattica. Ma Letteratura giovanile e Letteratura per l’infanzia? Personalmente ritengo, come ho detto in altra sede, chelo specificare se si tratta diletteratura rivolta a “giovani” o “infanti” potrebbe essere piuttosto riduttivo; io la chiamerei Letteratura formativa in quanto ha lo specifico compito di formare,attraverso una narrazione piacevole e interessante, e la formazione non si riduce ad un solo momento dell’evoluzione umana. Ma questo implicherebbe un discorso che in questa sede non è possibile svolgere. Come pure nel testo è affrontato il tema della lettura digitale. Chi scrive questa recensione è cresciuto leggendo il «Corriere dei Piccoli» e tanti fumetti come «Topolino», «Pecos Bill» ecc. Ma oggi i bambini e i giovani leggono? E qui daccapo si apre una questione che non si può risolvere in poche righe e Domenico Volpi opportunamente osserva che «occorre comunque una valorizzazione del ruolo dello scrittore attraverso un impegno solidale di istituzioni pubbliche, editori, riviste di letteratura giovanile, stampa quotidiana e periodica, riviste magistrali e professionali , scuola, famiglia e degli stessi media» (p. 64). Vero è che si sta attraversando una fase di transizione e la civiltà del “cartaceo” è messa in seria discussione, di là dalla letteratura giovanile. E tuttavia, fermo restando che in primis bisogna che si continui a leggere comunque, nella fase della crescita e oltre, è opportuno che si tenga in debito conto il cartaceo in quanto assicura una diversa relazione con i sensi e con l’intelletto che l’on-line non possiede.Ora, tornando al volume curato da Nobile, sono assai interessanti i saggi “storici” nelle tre ultime sezioni, saggi che, seppure indirettamente, mostrano appieno come tale disciplina rientri in quella che a grandi linee si suol chiamare storia della pedagogia o dell’educazione, per quanto “pedagogia” e “educazione” non siano propriamente sinonimi. Assai istruttive, tra le tante, le pagine dedicate a Salgari, scrittore variamente giudicato nel corso del tempo, ma sicuramente grande affabulatore e capace di far viaggiare con la fantasia, come del resto egli faceva. Così bene sono stati ricordati da Detti i grandi soggettisti e illustratori italianidel «Corriere dei Piccoli» almeno sino agli anni Cinquanta. Da questo punto di vista chi è più avanti negli anni ha modo di ritrovare una parte della propria esistenza, mentre Nobile rammenta che di tale letteratura nel volume «si è sottolineata l’intrinseca vocazione pedagogica, pur nel riconoscimento della legittimità di altri approcci disciplinari» (p. 179). In verità, la lettura ha sempre inciso ed ha una forza notevole in positivo e in negativo in tutte le stagioni della vita. Certo, chi scrive per una utenza non maggiorenne deve assumersi una maggiore responsabilità ed avere più attenzione. In fondo, il compito dello studioso della letteratura giovanile non è solo quello di apprezzare i talenti e i contributi positivi, ma di denunciare ciò che nonva e nel mondo del digitale non pochi sono i problemi.
Di là da tutto questo Questioni di letteratura giovanile è un libro assai utile per introdursi in tale mondo e per comprendere alcuni aspetti salienti, una propedeutica gradevole, come del resto testimonia la lunga durata della rivista su cui i saggi sono stati pubblicati.

 

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