Intevista ai fondatori della casa editrice indipendente Parapiglia
Nel mese di ottobre 2020 abbiamo incontrato alla fiera INSIEME di Roma la casa editrice indipendente Parapiglia, fondata da Francesco Coletti, Teresa Scala e Federico Appel. Li abbiamo intervistati per i nostri lettori
Quali motivi vi hanno spinto a creare una vostra etichetta? La vostra collaborazione era già stata collaudata nel passato?
Noi tutti, che poi siamo in tre, Francesco Coletti, Federico Appel e Teresa Scala, per una serie di svariati motivi già ci conoscevamo, prima ancora di decidere di fondare Parapiglia.
Federico Appel e Francesco Coletti lavoravano in Nuove Edizioni Romane e conoscevano molto bene tutto il catalogo, le scelte editoriali e il modo di lavorare con i libri di Gabriella Armando.
Creare Parapiglia è stato un passaggio successivo, pensato per molto tempo e studiato in ogni particolare. L’intenzione, allora come adesso, era quella di riprendere in mano dei titoli che secondo noi avevano ancora molto da dire ai giovani lettori e creare un “prodotto” di qualità in grado di continuare ancora a parlare e raccontare alle nuove generazioni.
Il catalogo di molti editori per bambini/ragazzi racchiude pubblicazioni ancora interessanti che purtroppo non vengono più stampate. Con quale criterio avete individuato i titoli tratti dall’archivio delle Nuove Edizioni Romane?
La scelta dei testi dal catalogo di Nuove Edizioni Romane è forse stata l’operazione più difficile e complicata da realizzare. Abbiamo lavorato e ci siamo confrontati soprattutto con Gabriella Armando, cercando, per quanto era possibile, di rispettare il nostro punto di partenza, la nostra idea di narrativa e di poesia per ragazzi, la possibilità di avere con noi autori di grande spessore.
Le vostre collane si differenziano per generi: umoristico, giallo, in rima… Potete presentarcele?
In realtà non abbiamo ancora delle vere e proprie collane. Ci piace pensare ad un catalogo che vada in più direzioni e che tenga conto della capacità critica del lettore. Ci sono i gialli che non sempre rispettano le regole tradizionali del genere; c’è la scuola e il rapporto tra studente e insegnante a volte ironico, a volte filosofico e riflessivo; c’è il gioco che non sempre è lontano dalla lettura e dalla pagina scritta. E poi c’è la poesia, la vera signora tra tutti i vari generi, colei che riesce a disegnare la realtà in modo diverso ma non lontano e che ci presenta i colori e le favole secondo una nuova prospettiva, o che ci fa conoscere personaggi famosi, eroi di altri tempi, poeti e scienziati che hanno cambiato il corso della Storia.
Gli autori selezionati dal catalogo NER sono affermati e le loro storie collaudate, dopo un restyling estetico/grafico avete deciso di proporre libri di agile formato, con illustrazioni disseminate nel testo. La risposta dei lettori è stata positiva. Avete altre progettualità in vista?
Questa invece è stato il momento più divertente dell’intera operazione. Guardare un bambino prendere in mano un libro con grande professionalità e leggere la quarta di copertina è un’esperienza meravigliosa. La risposta dei giovani lettori è stata più che positiva e ha confermato la nostra idea iniziale: i libri belli, quelli che hanno sempre qualcosa da raccontare, possono essere rimessi in gioco, possono trasformarsi e possono ancora tramettere idee, storie e momenti di riflessione. Il nostro nuovo progetto grafico ha tentato invece di mantenere un contatto con i gusti estetici dei ragazzi e ha cercato di dare ai testi un’opportunità nuova e diversa.
Finora vi siete orientati su autori italiani. Cosa pensate dell’offerta attuale della produzione italiana?
La produzione editoriale per ragazzi, sia italiana che tradotta, è ricchissima in termini di quantità, ma soffre, secondo noi, di una generale fatica alla novità. Nel mare magnum del pubblicato è difficile individuare filoni di narrativa o altro che riescano ad osare e cambiare le regole del gioco, mentre invece c’è un grande “sfruttamento” di tutto quello che è già conosciuto, docile, sicuro. In questo panorama di alti e
bassi, di libri bellissimi e libri meno belli, per ritagliarci, o provare a farlo, uno spazio, abbiamo pensato di rendere alcune nostre scelte più estreme, provando a valorizzare gli aspetti di bizzarra diversità di ogni testo. In primavera pubblicheremo l’ultimo romanzo per ragazzi di Pablo De Santis, che segue esattamente questa strada, per sorprendere e stimolare il lettore con un’esperienza il più possibile diversa dal solito.
I vostri prossimi progetti editoriali si rivolgono alla fascia d’età 5-11? Ci potete svelare qualche anticipazione?
I nostri prossimi progetti si rivolgeranno soprattutto ad una fascia d’età che va dai 7 ai 10 anni. Abbiamo in cantiere altri due gialli, uno di Anna Vivarelli e un altro di Pablo De Santis. Ma poi abbiamo la poesia, come sempre, che va bene per tutti e arriva dovunque, Filastrocche in valigia di Sabrina Giarratana con i disegni di Pia Valentinis, perché ci piace pensare al futuro come a un poetico, imprevedibile, fantastico, viaggio con valigia e con ombrello, rovesciato, ovvio.