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Intevista ai fondatori della casa editrice indipendente Parapiglia

7 dicembre 2020

Nel mese di ottobre 2020 abbiamo incontrato alla fiera INSIEME di Roma la casa editrice indipendente Parapiglia, fondata da Francesco Coletti, Teresa Scala e Federico Appel. Li abbiamo intervistati per i nostri lettori

Quali motivi vi hanno spinto a creare una vostra etichetta? La vostra collaborazione era già stata collaudata nel passato?

Noi tutti, che poi siamo in tre, Francesco Coletti, Federico Appel e Teresa Scala, per una serie di svariati motivi già ci conoscevamo, prima ancora di decidere di fondare Parapiglia.
Federico Appel e Francesco Coletti lavoravano in Nuove Edizioni Romane e conoscevano molto bene tutto il catalogo, le scelte editoriali e il modo di lavorare con i libri di Gabriella Armando.

Creare Parapiglia è stato un passaggio successivo, pensato per molto tempo e studiato in ogni particolare. L’intenzione, allora come adesso, era quella di riprendere in mano dei titoli che secondo noi avevano ancora molto da dire ai giovani lettori e creare un “prodotto” di qualità in grado di continuare ancora a parlare e raccontare alle nuove generazioni.

Il catalogo di molti editori per bambini/ragazzi racchiude pubblicazioni ancora interessanti che purtroppo non vengono più stampate. Con quale criterio avete individuato i titoli tratti dall’archivio delle Nuove Edizioni Romane?

La scelta dei testi dal catalogo di Nuove Edizioni Romane è forse stata l’operazione più difficile e complicata da realizzare. Abbiamo lavorato e ci siamo confrontati soprattutto con Gabriella Armando, cercando, per quanto era possibile, di rispettare il nostro punto di partenza, la nostra idea di narrativa e di poesia per ragazzi, la possibilità di avere con noi autori di grande spessore.

Le vostre collane si differenziano per generi: umoristico, giallo, in rima… Potete presentarcele?

In realtà non abbiamo ancora delle vere e proprie collane. Ci piace pensare ad un catalogo che vada in più direzioni e che tenga conto della capacità critica del lettore. Ci sono i gialli che non sempre rispettano le regole tradizionali del genere; c’è la scuola e il rapporto tra studente e insegnante a volte ironico, a volte filosofico e riflessivo; c’è il gioco che non sempre è lontano dalla lettura e dalla pagina scritta. E poi c’è la poesia, la vera signora tra tutti i vari generi, colei che riesce a disegnare la realtà in modo diverso ma non lontano e che ci presenta i colori e le favole secondo una nuova prospettiva, o che ci fa conoscere personaggi famosi, eroi di altri tempi, poeti e scienziati che hanno cambiato il corso della Storia.

Gli autori selezionati dal catalogo NER sono affermati e le loro storie collaudate, dopo un restyling estetico/grafico avete deciso di proporre libri di agile formato, con illustrazioni disseminate nel testo. La risposta dei lettori è stata positiva. Avete altre progettualità in vista?

Questa invece è stato il momento più divertente dell’intera operazione. Guardare un bambino prendere in mano un libro con grande professionalità e leggere la quarta di copertina è un’esperienza meravigliosa. La risposta dei giovani lettori è stata più che positiva e ha confermato la nostra idea iniziale: i libri belli, quelli che hanno sempre qualcosa da raccontare, possono essere rimessi in gioco, possono trasformarsi e possono ancora tramettere idee, storie e momenti di riflessione. Il nostro nuovo progetto grafico ha tentato invece di mantenere un contatto con i gusti estetici dei ragazzi e ha cercato di dare ai testi un’opportunità nuova e diversa.

Finora vi siete orientati su autori italiani. Cosa pensate dell’offerta attuale della produzione italiana?

La produzione editoriale per ragazzi, sia italiana che tradotta, è ricchissima in termini di quantità, ma soffre, secondo noi, di una generale fatica alla novità. Nel mare magnum del pubblicato è difficile individuare filoni di narrativa o altro che riescano ad osare e cambiare le regole del gioco, mentre invece c’è un grande “sfruttamento” di tutto quello che è già conosciuto, docile, sicuro. In questo panorama di alti e

bassi, di libri bellissimi e libri meno belli, per ritagliarci, o provare a farlo, uno spazio, abbiamo pensato di rendere alcune nostre scelte più estreme, provando a valorizzare gli aspetti di bizzarra diversità di ogni testo. In primavera pubblicheremo l’ultimo romanzo per ragazzi di Pablo De Santis, che segue esattamente questa strada, per sorprendere e stimolare il lettore con un’esperienza il più possibile diversa dal solito.

I vostri prossimi progetti editoriali si rivolgono alla fascia d’età 5-11? Ci potete svelare qualche anticipazione?

I nostri prossimi progetti si rivolgeranno soprattutto ad una fascia d’età che va dai 7 ai 10 anni. Abbiamo in cantiere altri due gialli, uno di Anna Vivarelli e un altro di Pablo De Santis. Ma poi abbiamo la poesia, come sempre, che va bene per tutti e arriva dovunque, Filastrocche in valigia di Sabrina Giarratana con i disegni di Pia Valentinis, perché ci piace pensare al futuro come a un poetico, imprevedibile, fantastico, viaggio con valigia e con ombrello, rovesciato, ovvio.

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