MALGAROLI GIOVANNA – BAZZOLI FABIO Cari genitori, benvenuti in biblioteca
MALGAROLI GIOVANNA – BAZZOLI FABIO
Cari genitori, benvenuti in biblioteca
Editrice Bibliografica, Milano, 2020, pp. 144, € 12.
Perché andare in biblioteca? Era nel vintage degli anni ’70 quando mia mamma, che faceva parte di una commissione biblioteca, mi portava con sé. Sentivo l’eco di interminabili discussioni mentre leggevo per conto mio. Non mi ero fatta una gran bella opinione di questi fiammiferi viventi, ma da quella esperienza ho ereditato una dimestichezza nell’uso libero di una biblioteca tutta per me. Ero benvenuta.
Benvenuti in biblioteca è perciò un titolo che già di per sé parla esperanto. Interculturale e accogliente. La semplicità di questo saluto allude a futuri legami per genitori e figli. Predice Preclude/alla fiaba reale per cui l’unico scettro da consegnare nelle mani di un bambino per dirigere il suo mondo interiore è quello della libertà di pensiero. La biblioteca, così come illustrata da bibliotecari DOCG come possono esserlo una Malgaroli e un Bazzoli, nobilita la dimensione dell’autonomia. È l’ambiente in cui crescere con gli affetti che contano, è il meridiano che unisce il polo del quotidiano con quello dell’immaginario. È il luogo in cui inizia il giro del mondo. I riferimenti degli AA. alle neuroscienze, alla linguistica del “mammese” e alla pedagogia dell’alfabetizzazione emotiva sono in realtà protoconversazioni per giustificare la rilevanza della promozione della lettura fin dalla nascita. “Nati per leggere”, così è il titolo di una campagna nazionale nata poco più di vent’anni fa, ha un significato in realtà controintuitivo. Non riguarda le origini. La lettura è il fine a cui è importante che tenda la società degli umani. La parola è nutrimento da perfezionare nel corso della convivenza civile. E con lei, la pragmatica. Gli AA. accompagnano agevolmente il lettore-genitore a concepire la lettura vicaria come una palestra di apprendimento non solo cognitiva, ma anche simbolica, sinestetica, propriocettiva, emotiva, empatica, affettiva. Sanno andare oltre la retorica dell’avere o essere: non è sufficiente avere libri nuovi e in quantità per incentivare la lettura. È più facile che questa si innesti sull’asse ereditario del gusto. I gusti si apprendono e si tramandano, mentre la curiosità di sapere li rende via via più raffinati. Non conta la durata, ma l’esposizione, ci suggeriscono Malgaroli e Bazzoli. Contano la regolarità del gesto, la puntualità, la gratificazione affettiva che ne consegue, perché è nell’orologio dell’abitudine che i gesti diventano indispensabili.
Che si consultino “libri nomenclatura” o “libri brulicanti” di particolari, non bisogna perciò avere fretta nella lettura. Ce lo insegna la “pedagogia della lentezza” che entra in gioco sana, fiduciosa, dialogica e rispettosa dei turni di conversazione. Che si consultino libri a struttura ripetitiva o cumulativa, tutti aiutano a riordinare il pianeta bambino, già così frastornante, rumoroso e affastellato fin dal suo primo big bang. I libri aiutano anche gli adulti che, dimentichi dei loro ruoli formali diurni, la sera si ritrovano a tu per tu con Mucca Moka, Peppa Pig, Lindo Porcello, Lupo Baldo, Tutino. E quel che è peggio, è che piacciono anche a loro. I libri, concludono gli AA., sono ancora la migliore tecnologia che si possa mettere a disposizione del proprio figlio.
Cari genitori, benvenuti tra noi, i bibliotecari.
Viviana Vitari, bibliotecaria //www.linkedin.com/in/vivianavitari/