ALLA SCOPERTA DEL CILE: NATURA E STUDIO 18-29 aprile 2019
Andare in Cile… a visitare le biblioteche scolastiche e i CRA (Centri di Risorse per l’Apprendimento): l’idea balenava, veniva affossata, riesplodeva da qualche anno, da quando Constanza Mekis, nel 2015, era venuta in Italia a presentare al Gribs-UNIPD e alla Fiera del Libro per ragazzi di Bologna (Convegno sulle biblioteche scolastiche) la rete delle biblioteche scolastiche cilene, di cui è l’ideatrice.
Il Cile, in lingua aymara, è “il paese dove termina la terra”: una striscia di terra lunghissima, circa 4300 chilometri, stretta fra le Ande e l’oceano Pacifico, circa 200 chilometri di larghezza, che nell’estremo Sud scendono a un minimo di circa 15, una terra tra l’arido deserto di Atacama, a Nord, e i ghiacci della Patagonia e della Terra del Fuoco, a Sud; una terra ricca di natura, di paesaggi mozzafiato, di ambienti diversissimi, di una cinquantina di vulcani attivi, una terra dove il silenzio trova la sua voce, come dice Sepulveda.
Su una superficie più che doppia rispetto a quella italiana, vivono 17 milioni di cileni, in maggioranza discendenti dagli spagnoli; sulle Ande settentrionali vivono minoranze indigene di aymara e di atacameñi, mentre più numerosi sono i mapuche della regione di La Araucanía.
Alla fine di aprile siamo in sette a condividere l’esperienza cilena: Antonio, Laura, Carla, Marat, Lucia, Eleonora e la “coordinadora” Donatella.
Studio ed avventura di viaggio s’incastrano a meraviglia e ci sorprendono ogni giorno.
A circa due ore di volo da Santiago ci accoglie il Norte Grande con il deserto di Atacama e con la città di Calama, a mt. 2250 e da lì, in pulmino, per altre due ore (km 106), lungo l’asfaltata Chile 23, arriviamo nel paesino di San Pedro di Atacama, che ci ospita, un’oasi del deserto a mt. 2438. È un graziosissimo villaggio di circa quattromila anime ai confini con la Bolivia e l’Argentina, dagli edifici di adobe e polverose strade sabbiose, affollato di turisti, che invadono i suoi negozi di souvenir, i numerosi bar e i ristoranti. All’intorno il grande deserto di Atacama, tra i più asciutti e meno illuminati della terra, e alcuni vulcani, tra cui il Licancábur (mt. 5916). Ci troviamo catapultati in un ambiente unico, delizia pura per gli occhi e l’anima: ci aspettano ore ed ore di pulmino sotto il sole cocente, spesso su strade battute o di sale, mai, però, disastrate. Vediamo così la Valle della Luna, un paesaggio davvero lunare, km 15 ad ovest di San Pedro, la Valle de la Muerte e le Tres Marias, una formazione di roccia e sale simile a tre donne, e ammiriamo il tramonto tra rocce che, via via, si tingono di rosso, di ocra, di rosa…con all’orizzonte un anello di vulcani e l’estremità settentrionale della Cordillera de la Sal.
Nei giorni seguenti saliamo al salar de Atacama, la più grande distesa di sale cilena; siamo nella Reserva Natural los Flamencos, l’area dei fenicotteri. Tra sentieri ben delimitati raggiungiamo la Laguna Chaxa, habitat e luogo di riproduzione delle tre specie dei fenicotteri: di James, cileno e andino. Nell’acqua salata della laguna, ad alte temperature e a bassa concentrazione di ossigeno, riesce a vivere l’ artemia, un piccolo crostaceo, che rappresenta uno degli alimenti preferiti degli uccelli migratori, in particolare dei fenicotteri rosa, a cui dà il caratteristico colore.
Proseguiamo con il pulmino e saliamo ancora ammirando le lagune di Miscanti e Minique, due stupendi specchi d’acqua dolce di un azzurro intenso, incastonati nell’altiplano in contrasto con l’ocra del terreno e la cintura delle Ande dalle cime innevate; intorno eleganti vigogne al pascolo. Un autentico spettacolo naturale, uno spazio e un silenzio che emozionano, da cui non ci si vorrebbe staccare!
Ci aspettano, però, gli autentici villaggi andini di Socaire e Toconao, dove si mangia la pataska, la tipica zuppa, ma soprattutto ci aspetta una “sorpresa” culturale-educativa: la Librería del Desierto di Diego Alamos, figlio di Constanza Mekis, l’ideatrice della rete di biblioteche scolastiche-CRA cilene.
Chi si poteva immaginare che a otto chilometri circa da San Pedro, in una zona desertica (c’è all’intorno un nucleo di cinquanta famiglie) si potessero trovare, in una costruzione del tutto green, una piccola libreria e una biblioteca con annessa pure una zona per esposizioni e manifestazioni culturali e delle stanze per ospitare scrittori e artisti?
Tuttavia non meno sorprendente è alzarsi e partire all’alba per raggiungere a mt. 4300 El Tatio, una distesa di n. 64 geyser fumanti, che rappresentano il più alto campo geotermico del mondo. Fumarole, spruzzi d’acqua in continua evoluzione, perché alcuni si spengono e altri si formano o riprendono l’attività. Freddo pungente, altitudine, raggi solari accecanti, vapore acqueo, borbottii creano un miscuglio indescrivibile, inaspettato ed emozionante.
E poi ancora lagune, dove si riproducono le folaghe, branchi di vigogne, volpi del deserto, canyon con cactus e soprattutto spazi, spazi, puna gialla che si mescola con ciuffi di diverse gradazioni di verde e, all’orizzonte, le cime innevate delle Ande.
E che dire delle città?
La variopinta Valparaίso, patrimonio Unesco dal 2003, ci accoglie col suo porto sull’Oceano in un giorno nuvoloso, tra le sue viuzze dai coloratissimi murales, su e giù per i 42 ripidi cerros (colline), tra escaleras (scale) vivacemente dipinte ed attrezzate funicolari. Spettacolare è la vista sul porto e sui colli circostanti da La Sebastiana, la casa a più piani di Pablo Neruda, arredata con molti oggetti particolari, perché il poeta amava collezionare le cose che gli piacevano.
Singolare, dall’atmosfera bizzarra, è anche La Chascona, la casa di Neruda a Santiago, dedicata alla sua arruffata (chascona) Matilde Urritia.
Ordinata, pulita, dinamica e sicura, Santiago, la capitale, alterna barrios storici a quartieri moderni con alti grattacieli, lunghe e larghe avenidas, ricchi musei e palazzi.
E dalla natura… allo studio
A Calama, la città del rame, visitiamo tre scuole di grado diverso e tre biblioteche-CRA (Centros de Recursos para el Aprendizaje, Centri di Risorse per l’Apprendimento): il Liceo Jorge Alessandri Rodriguez, ove partecipiamo alla riunione della Red (Rete) CRA della Regione, la scuola Pedro Vergara Kéller e la scuola Presidente Balmaceda, dove assistiamo all’inaugurazione della biblioteca escolar-CRA.
Siamo accolti ovunque con grande attenzione e calore.
Il sistema scolastico cileno prevede tre tipi di scuole: 1) le municipali (escuelas y liceos) interamente sovvenzionate dallo Stato, dalla Municipalità; 2) le private (colegios particulares) totalmente a carico delle famiglie; 3) le sovvenzionate (colegios particulares subvencionados) a
finanziamento misto: dallo Stato e dalle famiglie.
Attualmente si tende a privilegiare le scuole pubbliche e private.
L’obbligo scolastico, 6-17 anni, comprende: l’educación básica (dura 8 anni, corrisponde alla nostra scuola elementare e media ) e l’educación media (2+4 anni, corrisponde alla nostra scuola superiore). Prima dei 6 anni vi è l’educación parvularia, non obbligatoria.
Molto suggestiva è la cerimonia con cui ci accolgono al Liceo Jorge Alessandri, a Calama, i vari rappresentanti dei CRA della Regione di Antofagasta, coordinati dal professore di lingua e poeta Claudio Andrés. Tre i momenti previsti: lettura ad alta voce e narrazione orale da parte di alcuni alunni e la cosiddetta “esperienza”. Quest’ultima è veramente coinvolgente: ciascuno dei presenti, noi compresi, deve esprimere sinteticamente il proprio rapporto con la terra (la dea Pachamama andina), passandosi tra le mani un vasetto di argilla tra il profumo inebriante dell’incenso, diffuso nella sala.
Anche nella scuola básica Vergara Kéller, 593 alunni, molti dei quali di origine andina, vi è attenzione per la valorizzazione dell’origine, della provenienza e delle tradizioni degli scolari: nella biblioteca scolastica ci sono vari libri nelle lingue andine: aymara, chechua, kunza (del popolo lickan antai e atacameño).
Ciotoline di algarova (cespuglio del deserto, usato per infusioni), di rica rica (pianta del deserto), di farina di quinoa, di mais, succo di membrillo (frutto tipico di Toconao) fanno bella mostra sui tavoli del buffet, testimoniando l’attaccamento a una terra da noi poco conosciuta.
Ed è presso la più antica scuola básica di Calama, la Presidente Balmaceda, che avviene, con una festosa cerimonia, l’inaugurazione della biblioteca del CRA (ristrutturata in tre mesi); a Donatella Lombello viene consegnata una targa come riconoscimento del lavoro svolto a livello internazionale nell’ambito educativo e delle biblioteche scolastiche.
Segue un ricchissimo buffet, presso il quale, ahinoi, non possiamo attardarci, perché ci aspetta inesorabile il volo aereo…
Il nostro studio continua a Santiago, con la visita della scuola pubblica Benjamín Vicuña Mackenna, un colegio municipal storico, in funzione dal 1896, con più di 600 alunne, distribuite in classi di 39.
Capitiamo nel “Giorno del Libro”, nel bel mezzo di uno spettacolo; interessanti le scene con le alunne-attrici, che impersonano le grandi donne del passato: letterate, scienziate, ecc.. Nell’atrio penzolano numerosi cartelli con le foto delle donne famose prescelte, nei quali è sintetizzata la loro vita.
L’orario scolastico è dalle h. 8,15 alle h. 16,30, ma la biblioteca è sempre aperta fino alle h 18, perché l’istituto è frequentato da diverse alunne straniere (venezuelane, peruviane, boliviane ed anche una siriana), molte delle quali si fermano fino alle h 18 svolgendo varie attività, perché i genitori sono impegnati al lavoro.
I professori devono prenotare la biblioteca 48 ore prima; le lezioni durano 45’, mentre le attività in biblioteca 90’. Le alunne non hanno compiti per casa, solo, eventualmente, delle ricerche.
All’interno della scuola vi è la mensa, pagata dallo Stato, come pure i libri per tutta la durata dell’obbligo, in quanto scuola pubblica. Il 98% degli alunni, chiarisce la Direttrice, viene promosso, perché l’attuale visione dell’educazione sostiene che ognuno ha capacità e tempi diversi. Il programma di studio va da marzo a dicembre. Nella biblioteca vi è attenzione per gli stranieri: è presente “la borsa “ con un certo numero di libri relativi alla loro cultura; il patrimonio della Mackenna è di 400 volumi (su 600 alunne). Per occuparsi della biblioteca scolastica non serve una specifica preparazione, ci spiega la direttrice della scuola, anche se ora il Ministero dell’Educazione ha attivato dei corsi per l’ organizzazione e la gestione.
In Alameda, oficina 303, al Ministero dell’Educazione cileno, Andrea Labra Vasquez e María José Dulcic Rodriguez, le responsabili, ci spiegano che dallo scorso anno hanno a disposizione 8 mila milioni di pesos (pari a circa 11 milioni di euro) per incrementare il patrimonio e per i corsi di formazione destinati a novemila scuole, ma i CRA sono in numero maggiore, perché in molte scuole ne sono presenti due. Attualmente i CRA coprono il 97% delle scuole, l’obiettivo è di arrivare al 100% nel prossimo biennio, per esempio cercando di recuperare spazi, grazie anche a prefabbricati, carretti-libri, ecc. In Cile le librerie sono poche, soprattutto nelle regioni estreme, e le famiglie, in genere, non comprano molti libri.
Il patrimonio viene selezionato ogni anno dal Ministero tra una rosa ristretta di proposte delle case editrici e poi definito da una commissione di esperti. Attualmente vi è una forte produzione nazionale di case editrici, anche se l’importazione da Messico e Spagna è ancora elevata.
Nell’ambito del catalogo ministeriale i professori possono scegliere i libri per la propria scuola. Nel 2012 avevano provato a far scegliere gli insegnanti, ma si sono accorti che le scelte ricadevano solo sui classici, senza prendere in considerazione le novità.
Tre sono gli obiettivi del CRA: informacíon, lectura, conocimiento.
È importante che i CRA siano stimolanti, attraenti, interessanti per i ragazzi, perché, esplicitano le funzionarie ministeriali, l’obiettivo finale è la conoscenza.
Dal 2010 è stata istituita la figura del coordinatore regionale, perché l’equipo del Ministero, una decina di persone, non riesce ad occuparsi di tutto. I coordinatori regionali non fanno lezione, curano la formazione sia con corsi a distanza, sia in presenza, con contenuti pedagogici, con strategie di metodologia della ricerca, di metodologia della narrazione…
Per la catalogazione i CRA usano il programma ABIES 2.0, utilizzato pure in Spagna; ogni ABIES è però legato al singolo CRA: non vi è la possibilità di connessione e, dunque, di “fare rete”.
Nel web vi è una piattaforma per la valutazione con una griglia per i libri, per la narrativa, per la divulgazione; ci sono valutatori che lavorano in coppia, in commissioni di sei.
Al Ministero conservano la documentazione di tutti i materiali inviati alle scuole-CRA, compresi peluche e arredi assai accattivanti.
Del resto l’istituzione delle biblioteche scolastiche-CRA in Cile è ormai consolidata da 25 anni di esperienza: tutto è nato da un’idea di Constanza Mekis in un incontro con i professori nel Sud del Paese; erano gli anni ’90, dopo la dittatura di Pinochet, gli anni dell’avvento della democrazia e del programma di riforma dell’educazione. Nel 1994 il Ministero dell’Educazione cileno e il Banco Mondiale hanno iniziato a rinnovare o istituire le biblioteche scolastiche partendo dalle scuole superiori, per passare poi dal 2003, quando i CRA avevano raggiunto la quasi totalità del grado superiore, a quello básico, offrendo così accesso alle collezioni a circa 2 milioni e 750 mila studenti, senza contare i docenti, come sottolinea la stessa Constanza Mekis, nel suo ultimo libro, al cui lanzamiento assistiamo il 25 aprile, presso il prestigioso Centro GAM (Centro Gabriela Mistral) di Santiago.
Bibliotecas escolares para el siglo XXI. Desarrollo de comunidades de lectura di Constanza Mekis e Christian Anwandter, (Editorial Narcea, Madrid 2019) pone l’accento sul valore pedagogico e
formativo della biblioteca scolastica-CRA, sull’importanza della relazione, sull’integrazione del mondo digitale tra biblioteca scolastica e comunità educativa per la formazione di lettori e cittadini del XXI secolo.
Una buona biblioteca scolastica, con tutto ciò che implica, amplia le prospettive, gli orizzonti degli studenti. Recentemente un accordo con la Biblioteca Pubblica Digitale della Direzione delle Biblioteche, Archivi e Musei permette agli studenti di accedere alle collezioni digitali. Questi, in sostanza, i punti emersi dalla presentazione del volume, a cui è stata invitata e ha dato il suo contributo anche Donatella Lombello.
Nel libro si parla pure di standard ministeriali (Estándares para las bibliotecas escolares CRA, MINEDUC, Santiago del Cile, 2011) che permettono di valutare con parametri quantitativi e qualitativi e di migliorare costantemente i servizi. Otto le grandi aree standard:
– definizione della biblioteca
– utenti
– spazio
– collezioni
– equipe di lavoro
– gestione pedagogica
– gestione amministrativa
– reti e cooperazione.
Un progetto nazionale di lettura, quello cileno, che attraverso la capillarità di più di 11mila biblioteche scolastiche-CRA è dinamicamente presente in ogni angolo del vastissimo Paese, attento a mutare secondo le concrete esigenze a livello quantitativo e qualitativo per costruire una società più giusta e democratica.
Lucia Zaramella